Morto durante intervento dei Carabinieri a Spadafora, la famiglia vuole vederci chiaro
Pubblicato su 28 Ottobre 2019
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Sarà l’autopsia a fornire indizi utili a chiarire i contorni della morte di Enrico Lombardo, il 42enne deceduto sabato notte a Spadafora, in una delle viuzze che conducono al mare, durante un intervento dei Carabinieri. A chiamare i Militari dell’Arma è stata l’ex compagna, preoccupata per la presenza dell’uomo, a quanto pare in evidente stato di agitazione psico-fisica, nei pressi della sua abitazione.
E qui, secondo quanto riporta un comunicato diffuso dal Comando Provinciale di Messina, Enrico Lombardo sarebbe stato immobilizzato per poi accusare un malore a seguito del quale intervenivano sul posto ben due ambulanze del 118. Adesso indaga la Procura della Repubblica di Messina che si avvale della collaborazione dei Carabinieri del Comando Provinciale. L’uomo viveva a Spadafora, dove si era legato alla nuova compagna. Sabato sera poi ha deciso di andare sotto casa della donna. All’arrivo dei Carabinieri sarebbe nata una colluttazione al termine della quale si è reso necessario l’arrivo dei soccorsi. Sul posto sono infatti giunte due ambulanze, ma Enrico Lombardo è morto prima di giungere in ospedale. I suoi familiari vogliono vederci chiaro sulla morte del loro congiunto e non vogliono lasciare nulla al caso.
Sul luogo dell’accaduto sono ben visibili ancora macchie di sangue. L’ex moglie e la figlia avuta dal primo matrimonio con lei, che vivono a Messina, si sono strette intorno agli anziani genitori dell’uomo che vivono a Santa Lucia Sopra Contesse. Si sono affidati a un legale perché vogliono che sia fatta piena luce sulla vicenda.
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