Milazzo. Trenta anni dall’assassinio di Anna Cambria. La città non dimentichi.
Trenta anni non sono un tempo sufficiente a far dimenticare. L’ 8 novembre 1989, a Milazzo veniva assassinata Anna Cambria, 16 anni. Uccisa all’uscita di un bar in Via Risorgimento , vittima innocente ed inconsapevole di un proiettile partito dall’arma impugnata da un mafioso e diretto verso un giovane pregiudicato, nell’ambito di un regolamento di conti.
E’ stata uccisa così, Anna, all’età di 16 anni. All’uscita del bar, con un cioccolatino in mano. Non hanno rinunciato alla loro missione omicida i Killer, neppure quando la giovane è entrata nel loro mirino. Il duplice assassinio è avvenuto di sera, in quella strada centrale di Milazzo, davanti al bar nel quale Anna era entrata per comprare alcuni dolci, dopo avere traversato quella strada che la divideva da casa sua. E’ morta stringendoli nel pugno, trafitta dai proiettili, accanto alla cabina telefonica dove ha tentato inutilmente di cercare riparo. A pochi metri, il corpo del vero obbiettivo dei sicari, Francesco Alioto, con precedenti per spaccio di stupefacenti, che pare fosse nuovamente implicato in un traffico di droga. Il giovane ha tentato la fuga a piedi, cercando di ripararsi nel bar, ma è stato ucciso prima che vi potesse entrare.
L’auto utilizzata dai killer, una Regata trovata successivamente bruciata e annerita dalle fiamme poco lontano dalla città, era stata rubata a Catania. In due gli hanno sparato, uno forse dall’interno della stessa auto della vittima, l’altro dall’angolo opposto della strada. Proprio in quel momento Anna Cambria è uscita dal bar con i dolci tra le mani. Ha fatto pochi passi, ha incrociato Alioto proprio mentre il killer sparava dall’auto. Sono stramazzati a terra contemporaneamente.
Alta, capelli e occhi castani, 16 anni appena. La città ha l’obbligo di non dimenticare Anna, di non dimenticare quel giorno, di non dimenticare che la mafia uccide sempre e comunque, colpevoli e innocenti.